Viaggiatori: Sergio e Marta
Moto: Yamaha Super Tenere
Partenza prevista: 9 Agosto 2015
Rientro Previsto: 4 Settembre 2015
L'organizzazione del viaggio prevede:
- La lettura di diversi diari di viaggio in moto in Iran, Soprattutto quello di Massimo66 dal quale ho attinto a piene mani anche vergognosamente.
- Mappa dell'Iran per navigatore Garmin non commercializzata dalla Garmin, installato le mappe OpenStreetMap (http://garmin.openstreetmap.nl/).
- Inserimento percorso sul sito "Dove siamo nel Mondo" della Farnesina,
- Passaporti con visto di ingresso in Iran ottenuto tramite agenzia a Milano, fatto tutto da casa comprese impronte digitali delle 10 dita delle mani. Così se ti tagliano le mani sanno di chi sono.... Costo 330€. escluso il taglio delle mani ;-)) compresa l'assicurazione sanitaria ( sempre per le mani ;-)).
- Carnet de passages en douane, rilasciato dall'ACI previa presentazione di polizza fidejussoria commisurata al valore della moto (valore stabilito dall'ACI), costo totale di 505€.
- Patente internazionale, rilasciata dalla motorizzazione civile costo 51€.
- Scatalizzare la moto perchè in Iran non sempre si trova la benzina verde e utilizzare la benzina con piombo rovinerebbe il catalizzatore la cui sostituzione comporta una spesa di circa 1.000€, mentre lo scarico scatalizzato l'ho pagato 170€.
L'Iran è lontano, solo per arrivare al confine sono 3.450Km.
Valutato:
- Spedizione moto. Preventivo con richiesta di €. 3.500,00 solo andata. Impossibile! Sè tu mat??
- Traghetto: Non ci sono tratte dirette coperte per la Turchia. Si deve fare Venezia Patrasso poi decidere via terra attraversando la Grecia, 900Km oppure andare ad Atene prendere altro traghetto per Chios e poi altro traghetto la Turchia. Tanti giorni e tante spese.
- Via terra attraversando la ex Iugoslavia, la Turchia fino al confine Iraniano. E' quello che faremo. Tour de force, fare 3.450km in 4 giorni: guidare, mettere benzina, bisogni fisiologi, mangiare e dormire.

Alle ore 18,00 circa abbiamo parcheggiato la moto dentro l'hotel Ararat a Dogubayazit. Abbiamo percorso, come da programma, 3450 km in 4 giorni per raggiungere il confine con l'Iran. La prima tappa, da Sedico a Cuprija, 950 km percorsi in 10 ore. L'albergo "Laguna Playa" ha disponibile l'ultima camera con la jacuzzi per 39 €, la prendiamo e ci prepariamo per questo bagno in vasca idromassaggio. Proviamo i vari pulsanti poi apriamo l'acqua .... La vasca resta vuota.... Il tappo, dov'è il tappo. Cerca e cerca il tappo manca... Hai capito questi serbi? Ci aveva detto che c'era la vasca. Del tappo mica ha detto niente. E così ci accontentiamo di una doccia dentro la jacuzzi. (Promemoria: aggiungere tappo per Jacuzzi all'elenco delle cose da portare). Però Si sono fatti perdonare con la cena, veramente buona. Con la seconda tappa abbiamo l'obiettivo di superare Istanbul, circa 900 km, che il navigatore ci dice percorreremo in 11 ore. Ne serviranno 13 ed arriviamo col buio all'hotel. Attraversando le larghissime autostrade di Istanbul si vedono veramente cose turche, guadagnare una posizione in coda è questione fondamentale. O forse solo bisogno di realizzazione.




La partenza da Istanbul è bagnata, una pioggia moderata ci accompagna fino ad Ankara dove troviamo il sole, poi via attraverso l'Anatolia per raggiungere Sivas a 1.300m sul l.m.,nel cuore dell'Anatolia.










L'albergo Koskotel in pieno centro è molto bello e costa 50 € con parcheggio custodito. È la prima sera che abbiamo qualcosa da vedere oltre la strada. Il centro storico è circoscritto ma con bei minareti e caravan serragli. La moschea mi lascia proprio indifferente.




L'aria è frizzante, la gente per le strade è veramente tanta e trovare un tavolo nel caravan serraglio è stata dura e comunque in una posizione di ripiego. Concordiamo che l'atmosfera è quella giusta per un Çai e un narghilè che ci gustiamo con vero piacere.




La partenza da Istanbul è bagnata, una pioggia moderata ci accompagna fino ad Ankara dove troviamo il sole, poi via attraverso l'Anatolia per raggiungere Sivas a 1.300m sul l.m.,nel cuore dell'Anatolia.










L'albergo Koskotel in pieno centro è molto bello e costa 50 € con parcheggio custodito. È la prima sera che abbiamo qualcosa da vedere oltre la strada. Il centro storico è circoscritto ma con bei minareti e caravan serragli. La moschea mi lascia proprio indifferente.




L'aria è frizzante, la gente per le strade è veramente tanta e trovare un tavolo nel caravan serraglio è stata dura e comunque in una posizione di ripiego. Concordiamo che l'atmosfera è quella giusta per un Çai e un narghilè che ci gustiamo con vero piacere.
La quarta tappa, 711 km per 8 ore di moto, ci porta a Dogubayazit ad appena 40 km dall'Iran. Superiamo 7 passi tutti ad oltre 2.000 di quota, le strade man mano che si va ad est peggiorano, in diversi tratti l'asfalto si liquefà con il calore, non ho capito se mettono direttamente petrolio.


Anche questa volta Dugubayazit si presenta in tutto il suo squallore, non c'è una strada una che sia condizioni sufficienti, gli edifici sono fatiscenti, il traffico di un disarmante disordine, è una città che non ha centro è tutta una periferia.



Il monte Ararat è nascosto dalla foschia e non merita neanche una foto.

Certo che Noè ha avuto una buona dose di fortuna ad inciampare su questo monte che svetta innevato per i suoi 5000m, altrimenti chissà dove sarebbe finito. Ed anche la colomba che è tornata con il ramo di ulivo, chissà dove sarà arrivata per trovarlo visto che intorno c'è una steppa desolata senza alberi a 1600m di altitudine. Pernottiamo all'hotel Ararat, 30€ colazione compresa. Nota positiva mangiato ottimo kebab con melanzane e speso 10€.


Anche questa volta Dugubayazit si presenta in tutto il suo squallore, non c'è una strada una che sia condizioni sufficienti, gli edifici sono fatiscenti, il traffico di un disarmante disordine, è una città che non ha centro è tutta una periferia.



Il monte Ararat è nascosto dalla foschia e non merita neanche una foto.

Certo che Noè ha avuto una buona dose di fortuna ad inciampare su questo monte che svetta innevato per i suoi 5000m, altrimenti chissà dove sarebbe finito. Ed anche la colomba che è tornata con il ramo di ulivo, chissà dove sarà arrivata per trovarlo visto che intorno c'è una steppa desolata senza alberi a 1600m di altitudine. Pernottiamo all'hotel Ararat, 30€ colazione compresa. Nota positiva mangiato ottimo kebab con melanzane e speso 10€.
Giovedì 13 agosto 2015
A lungo più non saremo, ed il mondo continuerà ad essere, né nome né traccia di noi resterà. Prima d'ora non eravamo, e ve ne fu alcun danno, dopo d'ora più non saremo e tutto sarà di nuovo uguale. Omar khayyam
Oggi entreremo in Iran, meta del nostro viaggio.
Perchè l'Iran? Tutti gli amici hanno cercato di dissuaderci dall'intraprendere questo viaggio: "E' pericoloso", convincerli che 7.000 anni di storia sono un ottimo motivo e che non è assolutamente vero che gli iraniani sono ostili, non sempre è stato sufficiente. "Ma è lontano!", Si! Faremo 14.000km in moto. "In moto???" E qui gli occhi proprio si sgranano e finisce ogni altra curiosità. Questo stato canaglia c'è lo dipinge così la televisione, io non la vedo più da anni, per questo viaggio ho letto resoconti di motociclisti che ci sono stati e tutti quelli ho letto non hanno fatto cenno a note negative. Anzi, la cordialità degli iraniani è stata nota ridondante.
I 40 km di rettilineo che ci separano dal confine iraniano corrono via veloci senza incontrare anima viva.

La frontiera Turca è stata velocissima, pochi metri dopo entriamo in quella Iraniana. Decidiamo di fare a meno di intermediari, verifica documenti fatta in un minuto, la seconda verifica riguarda la corrispondenza del passaporto con l'intestatario del carnet de passages en douane.


Qui abbiamo davanti una carovana di italiani con fuoristrada e camper che sono incagliati per alcune anomalie. Marta riesce a superare brillantemente questa verifica mentre due automezzi degli italiani devono tornare indietro. Successiva tappa: timbrare il carnet de passage e qui ci siamo persi, nel senso che, siamo sempre dietro alla parte di comitiva italiana sopravvissuta al controllo precedente, anche perchè con i loro ingombranti mezzi ci hanno scientemente impedito di passare. A questo punto passa un signore a ritirare i passaporti ed i carnet che io credo della dogana, invece no. Dopo, ma ormai la frittata era fatta, mi sono reso conto che era il tipico faccendiere da dogana. Mi vuole cambiare i soldi, mi darebbe 3.200.000 rial per 100€, faccio resistenza perchè avevo controllato il cambio appena la mattina e stava a 3.246.725 rial per 100 €. E gli dico che li cambio in banca che è dietro l'angolo all'interno della frontiera, lui rilancia a 3.300.000, e gli altri italiani intervengono sostenendo che è un affare in banca mi farebbero meno e così accetto lo scambio, io gli consegno i 100 € e lui mi consegna un pacco di rial. Mi metto a contare questo pacco di banconote sconosciute, anche per taglio, e riscontro che sono 1.400.000, l'uomo con mossa fulminea si riprende il pacco di rial e me ne da un'altro pacco che alla conta risulta esattamente di 3.300.000, capito il bastardo? A questo punto ho dietro 15 sterline della banca scozzese, avanzo del viaggio precedente, che non vuole nessuno e gli propongo lo scambio che lui accetta per 500.000 rial. Non male direi per delle monete che non ho buttato solo perché mi sembrava uno sfregio. Dopo 2 ore e mezzo abbiamo superato la dogana Iraniana, grande soddisfazione, è rimasta solo l'incombenza di pagare il faccendiere. Qui con Marta abbiamo messo a punto uno stratagemma per tutte contrattazioni che ci da molte soddisfazioni: Marta fa la prima contrattazione poi la sottopone alla mia approvazione che naturalmente rifiuto sdegnato ed anche indignato. L'uomo vorrebbe 40€ per i servizi doganali (Massimo66 disse Max 20€) e così è stato dopo il mio no indignato si è preso i suoi bei 20€ ed è andato. Io non volevo sborsare più di 10€, ma sapete com'è, il momento del co@lione passa sempre. Ultima formalità farsi timbrare un foglio un km più a valle, timbro messo facciamo per uscire e ci dicono che non possiamo perchè manca l'assicurazione e ci indicano dove farla: e no è! L'hanno controllata 7 volte questa ca@@o di assicurazione! ok allora bisogna tornare nell'ultimo ufficio per farsi timbrare l'assicurazione. Ok vada per il timbro. Siamo ufficialmente in Iran. Neanche un cartello di benvenuto per fare foto di rito, o forse era scritto in farsi ed io non l'ho capito. Prima incombenza fare benzina, siamo in riserva. Con 5€ facciamo il pieno con della magnifica super color rosso come si usava una volta.











Destinazione Urmia, sull'omonimo lago salatissimo. Pernottamento al Reza hotel, per l'equivalente di 32€. Anche qui parcheggiata la moto proprio nella hall e che hall era in esposizione.

Giro di rito nel bazar



e nella moschea poi cena sempre a base di kebab nel miglior ristorante della città spesi 27€. Il direttore dell'albergo ci ha accompagnato personalmente in macchina.... Sono di una cortesia che a volte ci mette a disagio.




La frontiera Turca è stata velocissima, pochi metri dopo entriamo in quella Iraniana. Decidiamo di fare a meno di intermediari, verifica documenti fatta in un minuto, la seconda verifica riguarda la corrispondenza del passaporto con l'intestatario del carnet de passages en douane.


Qui abbiamo davanti una carovana di italiani con fuoristrada e camper che sono incagliati per alcune anomalie. Marta riesce a superare brillantemente questa verifica mentre due automezzi degli italiani devono tornare indietro. Successiva tappa: timbrare il carnet de passage e qui ci siamo persi, nel senso che, siamo sempre dietro alla parte di comitiva italiana sopravvissuta al controllo precedente, anche perchè con i loro ingombranti mezzi ci hanno scientemente impedito di passare. A questo punto passa un signore a ritirare i passaporti ed i carnet che io credo della dogana, invece no. Dopo, ma ormai la frittata era fatta, mi sono reso conto che era il tipico faccendiere da dogana. Mi vuole cambiare i soldi, mi darebbe 3.200.000 rial per 100€, faccio resistenza perchè avevo controllato il cambio appena la mattina e stava a 3.246.725 rial per 100 €. E gli dico che li cambio in banca che è dietro l'angolo all'interno della frontiera, lui rilancia a 3.300.000, e gli altri italiani intervengono sostenendo che è un affare in banca mi farebbero meno e così accetto lo scambio, io gli consegno i 100 € e lui mi consegna un pacco di rial. Mi metto a contare questo pacco di banconote sconosciute, anche per taglio, e riscontro che sono 1.400.000, l'uomo con mossa fulminea si riprende il pacco di rial e me ne da un'altro pacco che alla conta risulta esattamente di 3.300.000, capito il bastardo? A questo punto ho dietro 15 sterline della banca scozzese, avanzo del viaggio precedente, che non vuole nessuno e gli propongo lo scambio che lui accetta per 500.000 rial. Non male direi per delle monete che non ho buttato solo perché mi sembrava uno sfregio. Dopo 2 ore e mezzo abbiamo superato la dogana Iraniana, grande soddisfazione, è rimasta solo l'incombenza di pagare il faccendiere. Qui con Marta abbiamo messo a punto uno stratagemma per tutte contrattazioni che ci da molte soddisfazioni: Marta fa la prima contrattazione poi la sottopone alla mia approvazione che naturalmente rifiuto sdegnato ed anche indignato. L'uomo vorrebbe 40€ per i servizi doganali (Massimo66 disse Max 20€) e così è stato dopo il mio no indignato si è preso i suoi bei 20€ ed è andato. Io non volevo sborsare più di 10€, ma sapete com'è, il momento del co@lione passa sempre. Ultima formalità farsi timbrare un foglio un km più a valle, timbro messo facciamo per uscire e ci dicono che non possiamo perchè manca l'assicurazione e ci indicano dove farla: e no è! L'hanno controllata 7 volte questa ca@@o di assicurazione! ok allora bisogna tornare nell'ultimo ufficio per farsi timbrare l'assicurazione. Ok vada per il timbro. Siamo ufficialmente in Iran. Neanche un cartello di benvenuto per fare foto di rito, o forse era scritto in farsi ed io non l'ho capito. Prima incombenza fare benzina, siamo in riserva. Con 5€ facciamo il pieno con della magnifica super color rosso come si usava una volta.











Destinazione Urmia, sull'omonimo lago salatissimo. Pernottamento al Reza hotel, per l'equivalente di 32€. Anche qui parcheggiata la moto proprio nella hall e che hall era in esposizione.

Giro di rito nel bazar



e nella moschea poi cena sempre a base di kebab nel miglior ristorante della città spesi 27€. Il direttore dell'albergo ci ha accompagnato personalmente in macchina.... Sono di una cortesia che a volte ci mette a disagio.



Venerdì 14 Agosto 2015
Gli europei sono sciocchi: non capiscono che da noi tutto, le abitudini, i costumi, il clima, l'aria, il nostro passato, il nostro presente rendono impossibile ciò che a loro pare facile. Arthur De Gobineau.
Questa mattina alzarsi è stata dura, siamo 2,30 ore avanti rispetto all'Italia, alle 6,30, ora locale, avvero le 4,00 ora italiana, era decisamente presto. Ma dovremo abituarci se vogliamo viaggiare col fresco (?). In poche parole siamo partiti Alle 8,30, per percorrere circa 350km e raggiungere Takab passando prima a visitare il trono di salomone, posto a quota 2.200m. Le mura di cinta sono diroccate e c'è rimasto poco in piedi da vedere però il lago vulcanico al centro del sito è un'ottima attrazione. Si dice sia senza fondo ed è una sorgente che fornisce acqua in continuità. Restare al sole alle 14,30 è come essere un pinguino all'equatore, all'ombra invece si sta veramente bene, difficile da trovare libera ma a noi è andata bene. Sul biglietto di ingresso ho da ridire, all'ingresso il custode ha tirato dal cassetto un blocchetto di biglietti per turisti, insomma l'ingresso ci è costato come due pieni benzina. Al parcheggio invece ci hanno accolto con un sorriso, ci hanno alzato la sbarra con un benvenuti in Iran e non hanno voluto soldi. Abbiamo trascorso qualche minuto con una famiglia iraniana che ci ha offerto l'anguria e fatto foto di rito.
















Per la strada la moto è molto apprezzata, le macchine ti affiancano ti fotografano e ti salutano, i motociclisti poi si cimentano in corse folli per affiancarti e salutarti e qualcuno avrebbe anche la pretesa di starti davanti. Normalmente facciamo una sosta di riposo ogni ora e mezza, possibilmente all'ombra ma questa mattina l'ombra era occupata da una pattuglia della polizia con laser, io parcheggio due metri dietro la pattuglia con Marta preccupatissima della situazione ed invece grossi sorrisi informazioni sul viaggio dettate dalla curiosità non certo dal ruolo. Alloggiamo all'hotel..... Qui la mito c'è la fanno parcheggiare in garage, solo perché alcuni scalini impediscono l'ingresso nella hall.
















Per la strada la moto è molto apprezzata, le macchine ti affiancano ti fotografano e ti salutano, i motociclisti poi si cimentano in corse folli per affiancarti e salutarti e qualcuno avrebbe anche la pretesa di starti davanti. Normalmente facciamo una sosta di riposo ogni ora e mezza, possibilmente all'ombra ma questa mattina l'ombra era occupata da una pattuglia della polizia con laser, io parcheggio due metri dietro la pattuglia con Marta preccupatissima della situazione ed invece grossi sorrisi informazioni sul viaggio dettate dalla curiosità non certo dal ruolo. Alloggiamo all'hotel..... Qui la mito c'è la fanno parcheggiare in garage, solo perché alcuni scalini impediscono l'ingresso nella hall.
15 agosto 2015
Il sole non ha mai detto alla terra "Tu mi devi qualcosa" E guardate cosa succede con un amore come questo: illumina l'intero cielo. (Hafiz, 1300)
Destinazione Kermanshan, 370km molto impegnativi. La strada stretta, i camion che sparano fuori un fumo nero denso da intossicarti ed il caldo ci hanno massacrato. Eppure siamo stati sempre sopra i 1500m con punte a quota 2347m.






La polizia iraniana è costantemente presente, ci hanno fermato per eccesso di velocità: una bella curvona, da farsi secondo loro a 60km/h, come del resto tutte le curve, beh io sarò uscito intorno ai 100, in splendida piega. Sopra una collinetta laterale alla strada, in mezzo all'erba era posizionato il laser. Fermati. Arrivano di corsa in due, si, perchè c'è voluto qualche metro prima di fermarmi. La prima cosa che ci hanno chiesto: " da dove venite ", "Italia, non si vede?", "welcome to Iran", grossi sorrisi, giri intorno alla moto, domande di rito e buon viaggio. Non sono proprio così cattivi questi passdaran. Probabilmente è la vicinanza con il confine iraqeno ma i posti blocco veramente tanti. Ad un certo punto ci supera una macchina della polizia e ci fa segno di fermarci. Mi fermo sul bordo della strada scendono in tre e mi fanno segno di spostarmi proprio fuori dalla carreggiata. Ca@@o ho fatto? Uno mi dice: " centrar, centar,", cento?? Beh, anche di più rispondo. Solite domande sulla provenienza, sulla moto, ammirazione per il viaggio ed buon proseguimento mettono fine alla sosta. Insomma ci sono corsi dietro solo per vedere la moto.




A kamyaran incrociamo diversi motociclisti su GS, probabilmente italiani, grossi saluti ma io ero fermo ad un posto di blocco dove hanno voluto vedere i passaporti. Trovare un albergo a Kermanshan non è stato per niente facile. Ne avevo individuati 3 ma o erano pieni o Marta li ha scartati. Chiediamo informazioni ed una signora ci accompagna per tre hotel prima di trovare posto. L'ostilità di questi iraniani comincia a preoccuparmi. Il Dariush hotel ha una bella hall ma la camera che prendiamo fa veramente schifo. L'unica cosa pulita sono le lenzuola, la moquette è sporca, il bagno al limite dell'utilizzabilità. Costa 900.000 rial, circa 30 €. La moto è parcheggiata nel ristorante. Sono le 15,30, in Italia le 13.00, il caldo è opprimente, il traffico bestiale, dopo la doccia ci concediamo due ore di siesta. Ho dormito come un sasso. Visto il traffico decidiamo di prendere un taxi per andare a cambiare soldi e poi farci accompagnare a Taq a Boston. Il cambio è più vantaggioso di quello ufficiale, con 100€ ci danno 3.680.000 rial. Arriviamo destinazione, circa 13km dall'albergo più attesa cambio ed il tassista vuole 200.000 rial che pago senza battere ciglio, circa 6 € mi sembra un prezzo equo. Soliti due pieni di benzina per entrare nel sito, provo a farmi dare i biglietti locali ma la richiesta viene gentilmente respinta. Nel sito, intorno ad una sorgente, sono presenti Rilievi Sassanidi raffiguranti scene di caccia e l'investitura del re Ardashir con il dio Mitra, del terzo secolo dopo Cristo, altra scena con Cosroe II, rappresentato con scudo e corazza 500 anni prima che in europa venissero adottati.








La polizia iraniana è costantemente presente, ci hanno fermato per eccesso di velocità: una bella curvona, da farsi secondo loro a 60km/h, come del resto tutte le curve, beh io sarò uscito intorno ai 100, in splendida piega. Sopra una collinetta laterale alla strada, in mezzo all'erba era posizionato il laser. Fermati. Arrivano di corsa in due, si, perchè c'è voluto qualche metro prima di fermarmi. La prima cosa che ci hanno chiesto: " da dove venite ", "Italia, non si vede?", "welcome to Iran", grossi sorrisi, giri intorno alla moto, domande di rito e buon viaggio. Non sono proprio così cattivi questi passdaran. Probabilmente è la vicinanza con il confine iraqeno ma i posti blocco veramente tanti. Ad un certo punto ci supera una macchina della polizia e ci fa segno di fermarci. Mi fermo sul bordo della strada scendono in tre e mi fanno segno di spostarmi proprio fuori dalla carreggiata. Ca@@o ho fatto? Uno mi dice: " centrar, centar,", cento?? Beh, anche di più rispondo. Solite domande sulla provenienza, sulla moto, ammirazione per il viaggio ed buon proseguimento mettono fine alla sosta. Insomma ci sono corsi dietro solo per vedere la moto.




A kamyaran incrociamo diversi motociclisti su GS, probabilmente italiani, grossi saluti ma io ero fermo ad un posto di blocco dove hanno voluto vedere i passaporti. Trovare un albergo a Kermanshan non è stato per niente facile. Ne avevo individuati 3 ma o erano pieni o Marta li ha scartati. Chiediamo informazioni ed una signora ci accompagna per tre hotel prima di trovare posto. L'ostilità di questi iraniani comincia a preoccuparmi. Il Dariush hotel ha una bella hall ma la camera che prendiamo fa veramente schifo. L'unica cosa pulita sono le lenzuola, la moquette è sporca, il bagno al limite dell'utilizzabilità. Costa 900.000 rial, circa 30 €. La moto è parcheggiata nel ristorante. Sono le 15,30, in Italia le 13.00, il caldo è opprimente, il traffico bestiale, dopo la doccia ci concediamo due ore di siesta. Ho dormito come un sasso. Visto il traffico decidiamo di prendere un taxi per andare a cambiare soldi e poi farci accompagnare a Taq a Boston. Il cambio è più vantaggioso di quello ufficiale, con 100€ ci danno 3.680.000 rial. Arriviamo destinazione, circa 13km dall'albergo più attesa cambio ed il tassista vuole 200.000 rial che pago senza battere ciglio, circa 6 € mi sembra un prezzo equo. Soliti due pieni di benzina per entrare nel sito, provo a farmi dare i biglietti locali ma la richiesta viene gentilmente respinta. Nel sito, intorno ad una sorgente, sono presenti Rilievi Sassanidi raffiguranti scene di caccia e l'investitura del re Ardashir con il dio Mitra, del terzo secolo dopo Cristo, altra scena con Cosroe II, rappresentato con scudo e corazza 500 anni prima che in europa venissero adottati.




Ci accomodiamo su una panca matrimoniale con tappeto e cuscini in un'atmosfera veramente
mediorientale. Diverse coppiette, intente a bere e a mangiare, occupano altre panche. Mangiamo molto bene, del bere non si può dire nulla, Niente alcolici. Ci fumiamo un quilan al fresco poi taxi per tornare in albergo.

16 agosto 2015
La rosa è fragrante e lieta ed adorna; eppur, del suo durare, come tu sai, non vi è speranza mai. (Saadi)
Marta, tre giorni orsono, mi chiese: ma a Shushtar cosa ci andiamo a fare? Ed io ingenuamente ho risposto che ci sono delle dighe, costruite da soldati romani presi prigionieri nel 259 dc. Nella battaglia di Edessa, oggi San Liurfa, in Turchia. Non solo, nelle vicinanze c'è anche il sito di Choqa Zambil, costruzione risalente al 3000ac. E rimasta coperta dalla sabbia fino a 25 anni fa.
Oggi mi comunica che forse è meglio cambiare itinerario perchè Shushtar si trova in pianura è lì farà veramente caldo afoso, così dice la guida. Variazione itinerario accordata anche se credo la motivazione sia un'altra........ Punteremo su Esfahan poi Shiraz e riprenderemo l'itinerario originario. E comunque faremo tappe di lunghezza tale da permetterci di arrivare a destinazione entro le 13.00, guidare nel pomeriggio è veramente dura per il caldo.
Rotta su Bisontun che dista circa 40km da Kermanshan. Altri due pieni di benzina per entrare nel sito, bello assolato e caldo già alle 9:30. Visitato grotta di età paleolitica che mi ha lasciato indifferente.
Su una parete di roccia a 70 m dal suolo è scolpito un rilievo di circa 20 mq dedicato alla vittoria di Dario I sui satrapi nel 500 ac., ci sono diversi rilievi su roccia di differenti epoche storiche ed i resti di un palazzo Sassanidi nonchè un caravan serraglio in ristrutturazione.














Destinazione odierna: Dorund ai piedi di una montagna che supera i 4000m. Contiamo nel fresco. Oggi bella strada, niente laser (sono quasi deluso) ed arriviamo in all'albergo alle 14:30, costo 800.000 rial. Pomeriggio dedicato al riposo.


Dorund è la capitale delle bellezze naturalistiche dell'Iran, laghi, valli e cascate ne sono l'attrazione, ma si deve camminare ed il caldo proprio mi blocca. Usciamo a fare un giro e ci ritroviamo nei giardini dove la gente del posto prende il fresco sui prati all'ombra degli alberi, i bambini giocano esattamente come quelli italiani e non sembra proprio che vengano educati alla violenza. Il nostro abbigliamento richiama l'attenzione e sono pochi quelli che non ci fermano per avere nostre notizie, fare foto insieme ed addirittura parlare di politica. Insomma non ci si annoia. La cena all'hotel non mi è piaciuta speso poco però la posso definire la peggior cena di questo viaggio ad oggi. La serata la passiamo sempre al parco dove scopriamo che qui la gente ci mangia pure. Stendono un tappeto sull'erba ed attrezzati di fornelletto intere famiglie, dal più vecchio al più giovane cenano e fanno vita sociale. Marta è quasi scandalizzata, figurarsi a Belluno per far uscire la gente in estate, si sono inventati le serate in musica. Comunque una famiglia, ci invita a prendere posto sul carpet, rifiuti ma cortesemente ma l'insistenza ci fa capitolare. Via le scarpe e ci sediamo per terra, sedie e tavoli non si usano. Inizia una non facile conversazione in farsi, comunque ci si capisce, quando si vuole ci capisce sempre, l'importante è che non si parli inglese altrimenti sei fregato. La serata corre via veloce tra un çai e qualche tirata dal qalyan che fumano proprio tutti tranne i bambini.
Foto:
https://picasaweb.google.com/110396890339020860697/IranAzeroECurdo#6185124722505204754
17 agosto 2015
Nasciamo senza portare nulla, moriamo senza poter portare nulla, ed in mezzo, nell'eterno che si ricongiunge nel breve battito delle ciglia, litighiamo per possedere qualcosa. ( Nur-ad-Din)
Oggi 270 km per raggiungere Esfahan, la perla dell'Iran. Arriviamo in albergo, nonostante il navigatore sia impazzito e non vuole fornirci indicazioni sulla strada da seguire ma solo il punto d'arrivo senza mappa sotto. Alloggeremo per tre notti all'hotel Safir, 4 stelle, al prezzo di 65 € per notte colazione compresa. Finalmente una camera dignitosa, internet compreso. Il pomeriggio, dopo le 17:00, perchè prima è troppo caldo e siamo a quota 1660m, lo passiamo nell'immensa piazza dell'Imam, seconda al mondo per grandezza, dominata dall'omonima moschea.






Percorriamo il perimetro della piazza pieno di negozi artigianali, tastiamo il bazar dove con sorpresa troviamo i cornioli (ciliegie selvatiche) che acquistiamo insieme a dei pistacchi di dimensioni veramente esagerate, poi ci sediamo sul bordo della fontana ed iniziamo a sgranocchiare finchè un tizio ci abborda, io penso sia uno dei tanti che vuole socializzare. Poi ci dice suo nonno conosceva tutti i politici europei perchè gli forniva tovaglie. Ed io penso: "...e sti ca@@i". Invece Marta pensa che una bella tovaglia a sua madre piacerebbe proprio. Una tovaglia?? Così finiamo nel negozio del tizio che mostra come fanno le tovaglie dipinte a mano, con colori naturali su tessuti naturali.


Gran lavoro. Ma secondo sono brutte e pure fatte male. Usciamo indenni dal negozio per ora di cena e ce ne andiamo a mangiare. Anche questa sera carne. Basta carne! Non ne posso più, ma non c'è verso di prendere una grigliata di sole verdure, solo accompagnate a carne. Qui ci staccano 1.041.000 rial, circa 30€, la cena più cara pagata finora e non la più buona.


Torniamo nella piazza dove ogni angolo è stato occupato da famiglie che cenano. Incredibile! Tutta la piazza piena di gente seduta su tappeti. Speravo di fotografare la moschea illuminata, invece l'illuminazione è proprio penosa.






Percorriamo il perimetro della piazza pieno di negozi artigianali, tastiamo il bazar dove con sorpresa troviamo i cornioli (ciliegie selvatiche) che acquistiamo insieme a dei pistacchi di dimensioni veramente esagerate, poi ci sediamo sul bordo della fontana ed iniziamo a sgranocchiare finchè un tizio ci abborda, io penso sia uno dei tanti che vuole socializzare. Poi ci dice suo nonno conosceva tutti i politici europei perchè gli forniva tovaglie. Ed io penso: "...e sti ca@@i". Invece Marta pensa che una bella tovaglia a sua madre piacerebbe proprio. Una tovaglia?? Così finiamo nel negozio del tizio che mostra come fanno le tovaglie dipinte a mano, con colori naturali su tessuti naturali.


Gran lavoro. Ma secondo sono brutte e pure fatte male. Usciamo indenni dal negozio per ora di cena e ce ne andiamo a mangiare. Anche questa sera carne. Basta carne! Non ne posso più, ma non c'è verso di prendere una grigliata di sole verdure, solo accompagnate a carne. Qui ci staccano 1.041.000 rial, circa 30€, la cena più cara pagata finora e non la più buona.


Torniamo nella piazza dove ogni angolo è stato occupato da famiglie che cenano. Incredibile! Tutta la piazza piena di gente seduta su tappeti. Speravo di fotografare la moschea illuminata, invece l'illuminazione è proprio penosa.
18 e 19 agosto 2015
Oggi partiamo per il giro del bazar e della moschea del venerdì. Il tragitto, negli ampi ed alberati viali della città ci aiuta a sopportare la calura. La guida propone un percorso attraverso il bazar che culminerà proprio davanti alla moschea, sono 3,5km a piedi.


Tra tutti i bazar che abbiamo visto questo non ci ha impressionato ci sono bei caravan serragli all'interno ma i negozi niente di che.










Arriviamo alla moschea alle 12:40 anzichè alle 13:00 orario di apertura. Ci sediamo e veniamo abbordati da un signore che ci spiega alcune cose poi ci porta in una vicina moschea aperta.


Ci spiega quattro cose poi, a conoscenza del nostro viaggio ci chiede se abbiamo monete dei paesi che abbiamo attraversato che lui è un collezionista (???). No, non abbiamo monete. Allora ci chiede palesemente del danaro per il tempo che ci ha dedicato, 5 forse 10 minuti, gli offro 20.000 rial e lui mi dice che non sono neanche un €. È vero, però non hai fatto ben poco e nessuno te lo ha chiesto, senza di te sarebbe lo stesso. Comunque aggiungo altri 25.000 rial e gli dico a brutto muso che la trattativa è chiusa. Prende i soldi e se ne va. Torniamo alla nostra moschea che nel frattempo ha aperto ai fedeli che pregano. Io entro nella parte maschile e Marta in quella femminile. Loro pregano io faccio foto e finito esco. La scena che vedo è da ridere, Marta avanti con uno che gli corre dietro con un lenzuolo. Marta credeva che volesse vendergli il lenzuolo, lui invece voleva incartarla perché nel momento della preghiera le donne o sono dentro la moschea, o incartate o fuori. Era nel momento sbagliato al pista sbagliato. Poi alla fine ci siamo messi d'accordo ed abbiamo aspettato la fine della preghiera sotto un portico ventilato. Finita la preghiera ci sono venuti a cercare e ci hanno invitato a rientrare. La moschea, con i suoi 20.000mq di estensione è la più imponente dell'Iran.














Costruita nell'11cesimo secolo dai Selgiuchidi e poi ampliata nei successivi 800 anni con stili architettonici diversi. Veramente interessante con due coppole in mattoni di notevole interesse. Quella settentrionale presenta delle proporzioni talmente perfette dal punto di vista matematico che gli hanno permesso di sopravvivere senza alcun danno a decine di terremoti nell'arco di 800 anni. Finita la visita prendiamo un taxi e torniamo in albergo ad aspettare che la calura diminuisca. La serata è dedicata al ponte delle 33 arcate sul fiume zayandh, ormai in secca a seguito della deviazione dell'acqua per raffreddare una centrale nucleare, ed al quartiere Armeno situato aldilà del fiume. Lo scià Abbas I, trasferì in massa, dalla città di Jolfa, tutti gli artigiani che trovò perchè ad Esfahan non erano abbastanza bravi.


Tra tutti i bazar che abbiamo visto questo non ci ha impressionato ci sono bei caravan serragli all'interno ma i negozi niente di che.










Arriviamo alla moschea alle 12:40 anzichè alle 13:00 orario di apertura. Ci sediamo e veniamo abbordati da un signore che ci spiega alcune cose poi ci porta in una vicina moschea aperta.


Ci spiega quattro cose poi, a conoscenza del nostro viaggio ci chiede se abbiamo monete dei paesi che abbiamo attraversato che lui è un collezionista (???). No, non abbiamo monete. Allora ci chiede palesemente del danaro per il tempo che ci ha dedicato, 5 forse 10 minuti, gli offro 20.000 rial e lui mi dice che non sono neanche un €. È vero, però non hai fatto ben poco e nessuno te lo ha chiesto, senza di te sarebbe lo stesso. Comunque aggiungo altri 25.000 rial e gli dico a brutto muso che la trattativa è chiusa. Prende i soldi e se ne va. Torniamo alla nostra moschea che nel frattempo ha aperto ai fedeli che pregano. Io entro nella parte maschile e Marta in quella femminile. Loro pregano io faccio foto e finito esco. La scena che vedo è da ridere, Marta avanti con uno che gli corre dietro con un lenzuolo. Marta credeva che volesse vendergli il lenzuolo, lui invece voleva incartarla perché nel momento della preghiera le donne o sono dentro la moschea, o incartate o fuori. Era nel momento sbagliato al pista sbagliato. Poi alla fine ci siamo messi d'accordo ed abbiamo aspettato la fine della preghiera sotto un portico ventilato. Finita la preghiera ci sono venuti a cercare e ci hanno invitato a rientrare. La moschea, con i suoi 20.000mq di estensione è la più imponente dell'Iran.














Costruita nell'11cesimo secolo dai Selgiuchidi e poi ampliata nei successivi 800 anni con stili architettonici diversi. Veramente interessante con due coppole in mattoni di notevole interesse. Quella settentrionale presenta delle proporzioni talmente perfette dal punto di vista matematico che gli hanno permesso di sopravvivere senza alcun danno a decine di terremoti nell'arco di 800 anni. Finita la visita prendiamo un taxi e torniamo in albergo ad aspettare che la calura diminuisca. La serata è dedicata al ponte delle 33 arcate sul fiume zayandh, ormai in secca a seguito della deviazione dell'acqua per raffreddare una centrale nucleare, ed al quartiere Armeno situato aldilà del fiume. Lo scià Abbas I, trasferì in massa, dalla città di Jolfa, tutti gli artigiani che trovò perchè ad Esfahan non erano abbastanza bravi.
Marta è rimasta senza cellulare a causa dell'alimentatore che si è rotto, così, mentre sorseggiamo un cantalupo vediamo un negozio Samsung ed entriamo per chiedere. L'alimentatore c'è, costa 5€ ma se gli portiamo quello rotto c'è lo sostituisce gratis. Grande il ragazzo però siamo lontani dall'albergo e 5 € sono una cifra abbordabile. Poi come si sa: da cosa nasce cosa e Marta chiede se si può fare una scheda iraniana e quanto costerebbe con questa chiamare in Italia. Per i turisti hanno una scheda che costa 15€ + ricarica, funziona tre mesi, ed il traffico telefonico per l'Italia costa un dollaro al minuto. Però..... Marta spende con il suo piano tariffario 6€ al minuto per chiamare la madre. Quanto tempo ci vuole per fare questa benedetta scheda? Dopo 10 minuti siamo usciti con la scheda funzionante. Incredibile neanche un documento hanno voluto vedere. E hanno chiamato al telefono per dirci che avevamo dimenticato la guida turistica. Funziona veramente.








La sera il quartiere vicino al ponte, si riempie di giovavi che passeggiano al fresco a differenza delle famiglie che si riversano nella piazza dell'Imam. La mattinata del 19 è dedicata alla visita del palazzo Kakh e Chehel Sotun, famoso anche per le 40 colonne che in realtà sono 20, però riflesse nell'acqua della grande fontana che precede il palazzo le fa sembrare 40. Secondo ci vuole un po' di fantasia.
Ultimo giorno ad Esfahan, visitiamo le due moschee della piazza dell'Imam
















e il palazzo reale delle 40 colonne in legno, che sono 20 in realtà, ma se le guardi riflesse nell'enorme vasca antistante il palazzo diventano 40. A me serve molta fantasia per vederne 40 ma sarò difettoso. La sala del trono è molto bella con affreschi molto colorati.









La moschea dell'Imam che domina la piazza è rivestita completamente in maioliche azzurre ha una cupola e due minareti altissimi e ed è molto bella peccato per i lavori di restauro in corso. Mentre la moschea delle donne,






priva di minareti, ha piastrelle beige che al tramonto diventano rosa. Ecco una cosa che ho rilevato in Iran che le moschee internamente sono disadorne, prive di tappeti almeno negli orari delle visite. Finiamo a mattinata in negozio di tappeti, nel quale siamo entrati per Una chiacchierata e un çai con un ragazzo che parla italiano e siamo usciti con un tappeto. Saranno bravi?
















e il palazzo reale delle 40 colonne in legno, che sono 20 in realtà, ma se le guardi riflesse nell'enorme vasca antistante il palazzo diventano 40. A me serve molta fantasia per vederne 40 ma sarò difettoso. La sala del trono è molto bella con affreschi molto colorati.









La moschea dell'Imam che domina la piazza è rivestita completamente in maioliche azzurre ha una cupola e due minareti altissimi e ed è molto bella peccato per i lavori di restauro in corso. Mentre la moschea delle donne,






priva di minareti, ha piastrelle beige che al tramonto diventano rosa. Ecco una cosa che ho rilevato in Iran che le moschee internamente sono disadorne, prive di tappeti almeno negli orari delle visite. Finiamo a mattinata in negozio di tappeti, nel quale siamo entrati per Una chiacchierata e un çai con un ragazzo che parla italiano e siamo usciti con un tappeto. Saranno bravi?
20 Agosto 2015
Oggi si va a Shiraz, città delle rose e dei poeti. Percorremo 481km di una bella strada a doppia corsia in mezzo al deserto. Alle 13:00 arriviamo a Pasargade, capitale del regno di Ciro il Grande, intorno al 500 avanti cristo e saccheggiata dall'esercito di Alessandro magno.
Qui bisogna fare una riflessione: Ciro il grande conquistò un impero e mise a punto un sistema amministrativo che gli sopravvisse 2500 anni. Alessandro magno conquistò il suo impero ma appena chiuse gli occhi i sui generali si divisero le terre conquistate e non restò un bel niente oltre l'epopea del conquistatore. Alle 15 siamo alle prese con le strette vie della parte vecchia della città che portano alla casa tradizionale che abbiamo scelto per dormire. Siamo costretti a fare un giro più lungo perchè in alcune strade non passiamo. Ci sistemiamo, ci docciamo poi andiamo a vedere due moschee e il bazar. Questo bazar mi piace, si respira la giusta atmosfera da bazar. Cena tipica e poi riposo.
Qui bisogna fare una riflessione: Ciro il grande conquistò un impero e mise a punto un sistema amministrativo che gli sopravvisse 2500 anni. Alessandro magno conquistò il suo impero ma appena chiuse gli occhi i sui generali si divisero le terre conquistate e non restò un bel niente oltre l'epopea del conquistatore. Alle 15 siamo alle prese con le strette vie della parte vecchia della città che portano alla casa tradizionale che abbiamo scelto per dormire. Siamo costretti a fare un giro più lungo perchè in alcune strade non passiamo. Ci sistemiamo, ci docciamo poi andiamo a vedere due moschee e il bazar. Questo bazar mi piace, si respira la giusta atmosfera da bazar. Cena tipica e poi riposo.
21 agosto 2015
Pasargade restò capitale solo per una sessantina di anni perché Dario I, successore di Ciro anche se non parente, si fece la sua bella capitale, Persepoli, una cinquantina di km a sud ovest. Purtroppo nel 330 ac Alessandro magno pensò bene sistemare alcune pendenze tra greci e persiani e gli diede fuoco. Visitandola si ha la netta sensazione che qui la storia sia stata fatta, i resti dei palazzi rendono comunque l'idea della loro grandiosità e dell'arte su di essi scolpita. Anche un po' monotona, il leone che sbrana il toro è ridondante.
Dopo due ore sotto il sole, attrezzati con cappello con visiera extra large e copertura del collo, ci arrendiamo ed andiamo a vedere a pochi km le tombe dei re scavate nella roccia. Interessanti anche queste anche se nulla rispetto a Persepoli. Rientro in albergo, ci prendiamo un bel cocomero per pranzo, ma è caldo e dobbiamo aspettare che raffreddi.
Dopo due ore sotto il sole, attrezzati con cappello con visiera extra large e copertura del collo, ci arrendiamo ed andiamo a vedere a pochi km le tombe dei re scavate nella roccia. Interessanti anche queste anche se nulla rispetto a Persepoli. Rientro in albergo, ci prendiamo un bel cocomero per pranzo, ma è caldo e dobbiamo aspettare che raffreddi.
Pomeriggio dedicato a Shiraz. Visitiamo la scuola coranica Madresseh-yr Khan all'interno della quale si trova il mausoleo di Chah Tchergh, affollatissimo di fedeli che pregano con una dedizione impressionante. La guida dice che gli infedeli non sono ammessi, non è aggiornata? All'ingresso veniamo presi in consegna da un addetto agli affari internazionali, roba seria, Marta viene spedita nel reparto donne dove la incartano a dovere poi veniamo introdotti nel mausoleo, io reparto uomini Marta reparto donne, l'interno mi colpisce, ha le pareti e le cupole coperte di specchi, l'addetto agli affari esteri mi consente di fotografare tra le proteste di qualcuno che sostiene che è vietato.

Finita la visita interessantissima veniamo ospitati in una apposita saletta con çai, biscotti e caramelle ed intrattenuti cordialmente da due ragazze. Che dire ...... .?

Finita la visita interessantissima veniamo ospitati in una apposita saletta con çai, biscotti e caramelle ed intrattenuti cordialmente da due ragazze. Che dire ...... .?
Finiamo la serata alla fortezza di Shiraz, niente di particolare se non una delle torri che si è inclinata visibilmente.
Shiraz è pieno di italiani, nella casa tradizionale dove alloggiamo c'è ne sono 4. Particolarmente simpatici una coppia giramondo di Valenza.
Shiraz è pieno di italiani, nella casa tradizionale dove alloggiamo c'è ne sono 4. Particolarmente simpatici una coppia giramondo di Valenza.
22 agosto 2015
Oggi ci trasferiamo a Kerman nel deserto del Luth. 560 km, con il caldo, non sono pochi. Decidiamo di svegliarci alle 6:00, 3:30 in Italia. Colazione, preparazione moto e via. Lunghissimi rettilinei nel deserto, passi di montagna fino a quota 2650, paesaggi spettacolari tra laghi salati ormai asciutti, ci hanno accompagnati per le 6 ore di viaggio.

Tappa veramente bella, che spettacolo!
Prendiamo possesso della camera, doccia, siesta fino alle 16 poi via verso il bazar di Kerman, città senza niente di particolare, famosa per tappeti ma al bazar non li abbiamo trovati. Li avranno venduti tutti.

Tappa veramente bella, che spettacolo!
Prendiamo possesso della camera, doccia, siesta fino alle 16 poi via verso il bazar di Kerman, città senza niente di particolare, famosa per tappeti ma al bazar non li abbiamo trovati. Li avranno venduti tutti.
23 agosto 2015
A Kerman erano previsti altri 2 giorni, uno da dedicare al castello di Rayen e a Mahan oasi nel deserto , circa 220km ed uno da dedicare ai Kalut, in pieno deserto circa 240km. Il caldo del deserto, si parla di 50gradi, ci fa optare per un'altra soluzione, concentrare tutto in un giorno andando in macchina. La cosa è fattibile, l'albergo ci organizza tutto per 50 € saremo scarrozzati per circa 400km. Partenza ore 9 ritorno ore 21. La fortezza di Rayen, tipica del deserto, costruita con mattoni di fango e paglia che, anche se ha i muri alla base di 3 m, mi lascia perplesso sulla solidità. Comunque è ancora lì.
Finiamo la visita intorno alle 11:30 e torniamo alla macchina. Il nostro autista ci aspetta con çai e dolci. Incredibile. Via verso Mahan per visitare un giardino nel deserto. Spettacolo, Castello di Caserta più piccolo.



Poi visita ad un mausoleo, famoso per le sue 7 porte indiane, costruito da un celebre derviscio sufi dedito all'esoterismo. E doveva intendersene perchè è vissuto più di cento anni.
Pranzo tipico iraniano, per terra su un tappeto, che io trovo particolarmente scomodo. Ma insomma non si può avere tutto dalla vita. Il pranzo è buono e tiriamo lungo fumandoci un qalyan. Alle 17,30 siamo nel bel mezzo del deserto del Lut tra i Famosi Kalut, castelli di sabbia scolpiti dal vento che qui soffia sempre in una direzione. Lo spettacolo è affascinante, la temperatura rovente ma non è dato sapere quanti gradi ci siano. Nessuno si sbilancia nelle previsioni ma l'effetto è quello di una sauna.... Ma dopo manca la doccia fredda. Facciamo un giro, anche abbastanza lungo per le condizioni climatiche, su questa sabbia nera, per avere diverse prospettive.
Torniamo alla macchina dopo un'ora, cotti letteralmente. Il nostro autista ci stupisce ancora. Ha portato l'anguria ed è ancora fresca. Tre fette a testa di anguria in mezzo al deserto non hanno prezzo. Aspettiamo il tramonto ma non è niente di speciale e ce torniamo in albergo. Mangiamo poco perchè veramente stanchi anche se la cena offre portate tipiche molto buone, assaggiamo tutto e non finiamo niente.
Finiamo la visita intorno alle 11:30 e torniamo alla macchina. Il nostro autista ci aspetta con çai e dolci. Incredibile. Via verso Mahan per visitare un giardino nel deserto. Spettacolo, Castello di Caserta più piccolo.



Poi visita ad un mausoleo, famoso per le sue 7 porte indiane, costruito da un celebre derviscio sufi dedito all'esoterismo. E doveva intendersene perchè è vissuto più di cento anni.
Pranzo tipico iraniano, per terra su un tappeto, che io trovo particolarmente scomodo. Ma insomma non si può avere tutto dalla vita. Il pranzo è buono e tiriamo lungo fumandoci un qalyan. Alle 17,30 siamo nel bel mezzo del deserto del Lut tra i Famosi Kalut, castelli di sabbia scolpiti dal vento che qui soffia sempre in una direzione. Lo spettacolo è affascinante, la temperatura rovente ma non è dato sapere quanti gradi ci siano. Nessuno si sbilancia nelle previsioni ma l'effetto è quello di una sauna.... Ma dopo manca la doccia fredda. Facciamo un giro, anche abbastanza lungo per le condizioni climatiche, su questa sabbia nera, per avere diverse prospettive.
Torniamo alla macchina dopo un'ora, cotti letteralmente. Il nostro autista ci stupisce ancora. Ha portato l'anguria ed è ancora fresca. Tre fette a testa di anguria in mezzo al deserto non hanno prezzo. Aspettiamo il tramonto ma non è niente di speciale e ce torniamo in albergo. Mangiamo poco perchè veramente stanchi anche se la cena offre portate tipiche molto buone, assaggiamo tutto e non finiamo niente.
24 agosto 2015
Si parte parte per Yazd, 381 km., una passeggiata. Anche per questo viaggio è iniziato il ritorno verso casa. La strada nel deserto è monotona, tutta dritta. Il caldo la fa da Padrone, alle 10 il termometro della moto segna 42 gradi, saranno tra i 38 e i 40 effettivi. Arriviamo a Yazd alle 12:30 con un caldo..... Che se ieri non fossi stato in pieno deserto, definirei torrido. Per raggiungere l'albergo mi incastro letteralmente in un vicolo, ne sono venuto fuori bene anche se per un momento ho pensato: " qui serve un fabbro". I muri di paglia e fango hanno avuto la peggio la moto neanche un graffio. Poi si viene a sapere che l'albergo ha il parcheggio proprio all'inizio del vicolo. 😡😡👿👿 L'albergo "Orietal traditional house" è veramente caratteristico, pulito ed in posizione strategica. 35 € a notte e passa la paura. Se non fosse per la sudata fatta per tirare fuori la moto dal vicolo. Comunque doccia e siesta. Usciamo alle 17 ed ancora l'aria è calda da dar fastidio. Prendiamo un taxi e ci facciamo portare al giardino persiano in cerca di fresco. Ammiriamo il più grande "bagdir" di Yazd, ovvero torre del vento: grandi camini costruiti in modo da convogliare qualsiasi refolo di vento dentro casa. All'interno, sotto il bagdir c'è veramente una corrente d'aria incredibile. Confermo che funziona.

Cena al ristorante dell'albergo su una terrazza con vista sui minareti della moschea del venerdì ed altre cupole. Suggestivo. La cena troppo piccante per i miei gusti.

Cena al ristorante dell'albergo su una terrazza con vista sui minareti della moschea del venerdì ed altre cupole. Suggestivo. La cena troppo piccante per i miei gusti.
25 agosto 2015
Iniziamo la giornata con la visita ad tempio Zoroastriano, la religione introdotta appunto da Zoroastro o Zaratustra che, 600 anni prima di Cristo, si inventò il dio supremo, Ahura Mazda. Il tempio è molto spartano niente di artistico, d'altronde la loro religione aborrisce la ricchezza e sono coerenti, di interessante c'è il grande braciere dove arde il fuoco eterno che simboleggia divina. Si dice che la sacra fiamma, di questo braciere, sia rimasta continuamente accesa da almeno 450 anni.

Poi percorriamo un itinerario suggerito dalla guida attraverso la parte storica di Yazd. Interessante ma non eccezionale.
Senza l'app osmand sarebbe stato impossibile non perdersi nel labirinto dei vicoli. Pomeriggio dedicato al bazar che non mi è piaciuto per niente: tantissimi negozi di oreficeria e altrettanti chiusi. Per le strade ci imbattiamo in un rito Zoroastriano, ci invitano a partecipare ma riusciamo a capire cosa festeggiano e si risolve con tutto con dei bicchieri di acqua di petali di rosa molto buona e fresca.

E penso: "ecco adesso una bella dissenteria non c'è la toglie nessuno". Ho pensato male: nessuna conseguenza. Aspettiamo il fresco su una panchina sul bordo delle fontane davanti al complesso di Amir Chakhmaq. Fotografata la facciata di notte anche se un minareto non è illuminato è molto suggestiva. Cena tipica ma qui a Yazd, usano molto peperoncino e troppe spezie, così ho dovuto diluire tutto in un piatto di riso, che penso ti portino proprio per questo. In questa città così romantica non siamo riusciti a fumarci un qalyan. Peccato.

Poi percorriamo un itinerario suggerito dalla guida attraverso la parte storica di Yazd. Interessante ma non eccezionale.
Senza l'app osmand sarebbe stato impossibile non perdersi nel labirinto dei vicoli. Pomeriggio dedicato al bazar che non mi è piaciuto per niente: tantissimi negozi di oreficeria e altrettanti chiusi. Per le strade ci imbattiamo in un rito Zoroastriano, ci invitano a partecipare ma riusciamo a capire cosa festeggiano e si risolve con tutto con dei bicchieri di acqua di petali di rosa molto buona e fresca.

E penso: "ecco adesso una bella dissenteria non c'è la toglie nessuno". Ho pensato male: nessuna conseguenza. Aspettiamo il fresco su una panchina sul bordo delle fontane davanti al complesso di Amir Chakhmaq. Fotografata la facciata di notte anche se un minareto non è illuminato è molto suggestiva. Cena tipica ma qui a Yazd, usano molto peperoncino e troppe spezie, così ho dovuto diluire tutto in un piatto di riso, che penso ti portino proprio per questo. In questa città così romantica non siamo riusciti a fumarci un qalyan. Peccato.
26 agosto 2015
Oggi ancora 400 km verso nord, destinazione Kashan. Percorriamo il primo tratto autostradale in Iran dove le moto, teoricamente, non possono accedere. Al casello gran sorrisi e benvenuti e via senza pagare. Qualcuno sostiene che, essendo vietata alle moto, non hanno le tariffe, la guida invece, dice che anche autovetture straniere vengono solitamente esonerate dal pedaggio.
Arriviamo all'hotel Ehsan, tipica casa tradizionale ricca di atmosfera.
Costo 55€. Ci fanno parcheggiare la moto sul tetto, che è a livello della strada, di consequenza le camere sono sotto. Effettivamente al centro della costruzione, c'è un grande cortile con vasca di acqua e melograni con intorno gli accessi alle camere. La nostra è veramente particolare, ha molte nicchie ed una grotta dotata di cuscino per la preghiera, Marta dice meditazione. Siamo passati dai 40 gradi di Yazd a 30 gradi. Doccia e via per la città compriamo della frutta che ci fanno pagare profumatamente, ricordarsi di chiedere i prezzi prima di qualsiasi acquisto. Sprofondiamo in una sala da thè dalla forma circolare, con una bella cupola centrale e arredata con simboli zoroastriani.
Scegliamo il nostro bel tappeto ed Ordiniamo un çai ed un caffè. A sorpresa, insieme ci arrivano anche due vassoi pieni di dolcetti. A questo punto l'atmosfera è perfetta per fumarci un qalyan che scegliamo con tabacco misto. Beh insomma, senza farla tanto lunga siamo usciti ad ora di cena dopo che il padrone ci ha illustrato le caratteristiche del locale ed aver rimarcato che la struttura ha 400 anni ed ha resistito a diversi terremoti. Effettivamente i segni del tempo di vedono.
Costo 55€. Ci fanno parcheggiare la moto sul tetto, che è a livello della strada, di consequenza le camere sono sotto. Effettivamente al centro della costruzione, c'è un grande cortile con vasca di acqua e melograni con intorno gli accessi alle camere. La nostra è veramente particolare, ha molte nicchie ed una grotta dotata di cuscino per la preghiera, Marta dice meditazione. Siamo passati dai 40 gradi di Yazd a 30 gradi. Doccia e via per la città compriamo della frutta che ci fanno pagare profumatamente, ricordarsi di chiedere i prezzi prima di qualsiasi acquisto. Sprofondiamo in una sala da thè dalla forma circolare, con una bella cupola centrale e arredata con simboli zoroastriani.
Scegliamo il nostro bel tappeto ed Ordiniamo un çai ed un caffè. A sorpresa, insieme ci arrivano anche due vassoi pieni di dolcetti. A questo punto l'atmosfera è perfetta per fumarci un qalyan che scegliamo con tabacco misto. Beh insomma, senza farla tanto lunga siamo usciti ad ora di cena dopo che il padrone ci ha illustrato le caratteristiche del locale ed aver rimarcato che la struttura ha 400 anni ed ha resistito a diversi terremoti. Effettivamente i segni del tempo di vedono.
27 agosto 2015
Il fresco mi ha messo appetito, per colazione ci sono delle lenticchie con patate, buonissime, faccio 3 viaggi. Oggi ci aspetta una tappa da 600km, raggiungeremo Zanjan. Tutta autostrada, sfioriamo Teheran e tanto basta per capire il traffico che vi regna. L'autostrada a tre corsie è intasata da sei colonne di macchine. Insomma perdiamo 1 ora nel traffico. Il pezzo forte della giornata è il mausoleo di Sultaniyeh, risalente al 1300, la cupola di mattoni più alta del mondo.
Nonostante i lavori di ristrutturazione con gli ingombranti ponteggi, l'interno è bellissimo, imponente e riccamente decorato. Ci ha meravigliato. L'hotel Park, 62€, non vale la spesa.
La città non ci conquista, il bazar non è male, nei giardini venditori improvvisati offrono cianfrusaglie varie di dubbia utilità, anelli e coltelli. Ma che è???
Nonostante i lavori di ristrutturazione con gli ingombranti ponteggi, l'interno è bellissimo, imponente e riccamente decorato. Ci ha meravigliato. L'hotel Park, 62€, non vale la spesa.
La città non ci conquista, il bazar non è male, nei giardini venditori improvvisati offrono cianfrusaglie varie di dubbia utilità, anelli e coltelli. Ma che è???
28 agosto 2015
Ancora 280 km verso nord ci portano a Tabriz, ultima tappa in Iran. La temperatura è decisamente scesa. Nel percorso il termometro non ha mai segnato più di 23 gradi. Il paesaggio, che si estende a perdita d'occhio tra promontori privi di vegetazione ma con la terra dai colori incredibilmente vari: dal rosso, al verde, all'arancio al grigio, stupisce l'occhio. Km e km di autostrada dove non sai dove guardare per la bellezza del panorama.
Rischiamo di rimanere senza benzina, ben due distributori ne sono privi, al terzo l'indicazione ci spedisce dall'autostrada ad uno sterrato che si perde nei campi. Possibile?? Si è possibile, dopo circa un km troviamo il distributore ben mimetizzato tra gli alberi. Arriviamo all'hotel Sina, 35€, 3 piani senza ascensore che, dicono, solo per oggi non funziona. La giornata è fresca ed andiamo in centro. Il bazar è chiuso, oggi è venerdì. Perchè non andare a vedere Kandovan, la piccola Cappadocia iraniana? Dista 40 km ma non ci va di tornare in albergo, cambiarci e tirar fuori la moto. Chiediamo ad un Taxista, non parla inglese, e per la prima volta troviamo difficoltà a capirci. Non legge neanche le parole in farsi (???) siamo veramente perplessi. Comunque capiamo che vuole 500.000 rial ( 14€) per andare e tornare da Kandovan. Il prezzo mi pare ragionevole e, titubanti per il comportamento, accettiamo. Mai andare a Kandovan il venerdì. Gli iraniani sono tutti lì, una bolgia incredibile. Non c'è un parcheggio a pagarlo oro. Il Taxista si asciuga il sudore, eppure non fa caldo. Ci chiede i soldi e noi facciamo resistenza, i soldi quando ci riporti a Tabriz. Non si fida, anche giustamente, chi gli assicura che poi torniamo con lui? E a me chi mi assicura che ti ritrovo dopo che ti ho pagato? Ormai sono le 18 ed ho fretta di scendere, pago e ci diamo appuntamento dopo un'ora ad un non meglio precisato parcheggio. Kandovan è sicuramente particolare ma non certo paragonabile alla Cappadocia e soprattutto rovinata da recenti costruzioni di pessimo gusto che nascondono il villaggio scavato nella roccia. Fatte foto di rito e nel giro di mezz'ora siamo sulla strada del ritorno a cercare il nostro tassista.
Sembra incredibile ma non lo abbiamo trovato, siamo partiti dalla fine del villaggio e siamo arrivati all'inizio, la strada è una sola e del nostro taxi neanche l'ombra. Mi sa che ci ha lasciato a piedi. Mentre cerchiamo di capire dove cercarlo meglio, anche perchè siamo in anticipo sull'orario stabilito e magari stiamo solo pensando male, due macchine si fermano e ci chiedono se abbiamo bisogno di un passaggio per Tabriz. Siamo perplessi. Che fare? Siamo in anticipo ma il taxi su questa strada doveva essere e non lo abbiamo visto. Accettiamo il passaggio offerto da Hamdram che con moglie e figlia di 18 mesi, che si chiama Pioggia, deve tornare a Tabriz.
Viaggio di ritorno interessantissimo, si parla di tutto, veramente affabili. Ci spiega che qui sono Azeri ma loro li definiscono Turchi tanto è lo stesso, parlano un dialetto turco molto diverso dal farsi. Gli chiediamo se possiamo ospitarlo a cena, che mi sembra il minimo, ma ha già altri programmi e ci chiede lui se vogliamo seguirlo. Mi sembra troppo decliniamo l'invito, scambio di mail e cordiali saluti.
Rischiamo di rimanere senza benzina, ben due distributori ne sono privi, al terzo l'indicazione ci spedisce dall'autostrada ad uno sterrato che si perde nei campi. Possibile?? Si è possibile, dopo circa un km troviamo il distributore ben mimetizzato tra gli alberi. Arriviamo all'hotel Sina, 35€, 3 piani senza ascensore che, dicono, solo per oggi non funziona. La giornata è fresca ed andiamo in centro. Il bazar è chiuso, oggi è venerdì. Perchè non andare a vedere Kandovan, la piccola Cappadocia iraniana? Dista 40 km ma non ci va di tornare in albergo, cambiarci e tirar fuori la moto. Chiediamo ad un Taxista, non parla inglese, e per la prima volta troviamo difficoltà a capirci. Non legge neanche le parole in farsi (???) siamo veramente perplessi. Comunque capiamo che vuole 500.000 rial ( 14€) per andare e tornare da Kandovan. Il prezzo mi pare ragionevole e, titubanti per il comportamento, accettiamo. Mai andare a Kandovan il venerdì. Gli iraniani sono tutti lì, una bolgia incredibile. Non c'è un parcheggio a pagarlo oro. Il Taxista si asciuga il sudore, eppure non fa caldo. Ci chiede i soldi e noi facciamo resistenza, i soldi quando ci riporti a Tabriz. Non si fida, anche giustamente, chi gli assicura che poi torniamo con lui? E a me chi mi assicura che ti ritrovo dopo che ti ho pagato? Ormai sono le 18 ed ho fretta di scendere, pago e ci diamo appuntamento dopo un'ora ad un non meglio precisato parcheggio. Kandovan è sicuramente particolare ma non certo paragonabile alla Cappadocia e soprattutto rovinata da recenti costruzioni di pessimo gusto che nascondono il villaggio scavato nella roccia. Fatte foto di rito e nel giro di mezz'ora siamo sulla strada del ritorno a cercare il nostro tassista.
Sembra incredibile ma non lo abbiamo trovato, siamo partiti dalla fine del villaggio e siamo arrivati all'inizio, la strada è una sola e del nostro taxi neanche l'ombra. Mi sa che ci ha lasciato a piedi. Mentre cerchiamo di capire dove cercarlo meglio, anche perchè siamo in anticipo sull'orario stabilito e magari stiamo solo pensando male, due macchine si fermano e ci chiedono se abbiamo bisogno di un passaggio per Tabriz. Siamo perplessi. Che fare? Siamo in anticipo ma il taxi su questa strada doveva essere e non lo abbiamo visto. Accettiamo il passaggio offerto da Hamdram che con moglie e figlia di 18 mesi, che si chiama Pioggia, deve tornare a Tabriz.
Viaggio di ritorno interessantissimo, si parla di tutto, veramente affabili. Ci spiega che qui sono Azeri ma loro li definiscono Turchi tanto è lo stesso, parlano un dialetto turco molto diverso dal farsi. Gli chiediamo se possiamo ospitarlo a cena, che mi sembra il minimo, ma ha già altri programmi e ci chiede lui se vogliamo seguirlo. Mi sembra troppo decliniamo l'invito, scambio di mail e cordiali saluti.
Non tutti Mali vengono per nuocere.
Anche al ristorante, a cena, hanno difficoltà a leggere il farsi, sembra un altro paese.... Mangiato bene speso 15 €.
29 agosto 2015
Oggi giornata dedicata allo shopping. Abbiamo scelto Tabriz perché ha un bazar con una superficie di 7 kmq. Non li ho misurati ma così dice la guida. Nel bazar, ogni 200 m, c'è una banca e questo non mi garba. No! Non mi piace a prescindere, a parte la zona tappeti dove ce ne sono di veramente belli. Comunque la mattinata è andata e non abbiamo trovato niente di interessante. Decidiamo di puntare alla zona commerciale che non è che sia meno fornita del bazar. Oggi gran camminata ma siamo soddisfatti degli acquisti. Ci infiliamo in una sala da tè, l'atmosfera di questi posti dà assuefazione. Dopo il tè decidiamo anche di cenarci, d'altronde l'ultima cena in Iran e mi pare giusto chiudere in un ambiente tipico e con un "dizi", piatto tipico, a base di legumi e parti grasse di carne di montone.
Il colesterolo ringrazia. Il palato pure. Squisito. Siete perplessi? Fidatevi è veramente buono. Usciamo e scopriamo che anche in Iran piove e la temperatura è piombata in basso. Strano, mi sembrava di aver passato solo un paio di ore nella sala da tè. Comunque ce ne torniamo in albergo sotto la pioggia e solo a 20 m dall'ingresso dell'albergo ci accorgiamo di quanto abbia piovuto. La strada e il marciapiede sono un torrente di acqua e non c'è verso di arrivare in albergo senza attraversarlo. Morale della favola: acqua sporca (speriamo non sia come quella del sotto passo di Nuova Erto) sopra le caviglie per una decina di metri poi finalmente le scale.
Il sistema di raccolta delle acque non deve essere molto efficiente.
Il colesterolo ringrazia. Il palato pure. Squisito. Siete perplessi? Fidatevi è veramente buono. Usciamo e scopriamo che anche in Iran piove e la temperatura è piombata in basso. Strano, mi sembrava di aver passato solo un paio di ore nella sala da tè. Comunque ce ne torniamo in albergo sotto la pioggia e solo a 20 m dall'ingresso dell'albergo ci accorgiamo di quanto abbia piovuto. La strada e il marciapiede sono un torrente di acqua e non c'è verso di arrivare in albergo senza attraversarlo. Morale della favola: acqua sporca (speriamo non sia come quella del sotto passo di Nuova Erto) sopra le caviglie per una decina di metri poi finalmente le scale.
Il sistema di raccolta delle acque non deve essere molto efficiente.
30 agosto 2015
Oggi lasciamo l'Iran con un po' di rimpianto, a pensarci bene ci hanno trattato come delle stars. 270 km fino alla frontiera ed in un ora e mezza siamo già sulla strada che ci porterà ad Erzurum distante 380km. Alloggiamo albergo Esedas in pieno centro, 50€ colazione compresa. Visita alla città storica poi ci organizziamo per la cena.
La guida indica un ristorante particolare in un'antica casa ottomana: un concentrato di oggetti, tappeti e suppellettili ottomane. Veramente bello. Esagerato, dice Marta. Comunque ci accomodiamo dentro un vecchio camino ben fornito di tappeti e cuscini con un tavolo basso al centro.
Mangiamo bene speso 12 €. Si può fare. Probabilmente è l'ultima occasione per fumarsi un narghilè in un ambiente fatto su misura. Non perdiamo l'occasione.
La guida indica un ristorante particolare in un'antica casa ottomana: un concentrato di oggetti, tappeti e suppellettili ottomane. Veramente bello. Esagerato, dice Marta. Comunque ci accomodiamo dentro un vecchio camino ben fornito di tappeti e cuscini con un tavolo basso al centro.
Mangiamo bene speso 12 €. Si può fare. Probabilmente è l'ultima occasione per fumarsi un narghilè in un ambiente fatto su misura. Non perdiamo l'occasione.
31agosto, 1, 2 e 3 settembre 2015
3000km ci dividono da casa, dobbiamo farli in 4 giorni. Media 750km al giorno, neanche male. Prima tappa a Kirikkale che dista 800 km, 9 ore di moto ed una multa per eccesso di velocità. Io, mentre pensavo "me stesso pensante", alla velocità di crociera di 130km/h, ho superato una macchina della polizia, decelerazione immediata sotto i 110km/h. Non è bastato. Mi spiegano che qui le moto possono andare Max a 90 km/h, le autovetture a 110 ma le moto a 90. Ma è stata troppo forte Marta, che cercava di spiegargli che la nostra moto a 130 è più sicura delle loro autovetture a 110. Mi hanno fatto un bel filmato, dal quale si evince la velocità 108km/h, (siamo venuti bene) ed inflessibili, mi hanno riportato con i piedi per terra e rifilato una multa da 60€ pagabile in 30 gg. Vedremo che fine farà questo verbale. Pernottamento all'hotel dogan, 40€ e moto parcheggiata nella hall..
Seconda tappa a Edirne, 750km. Attraversare Istanbul è sempre un problema, soprattutto col caldo. Arriviamo all'albergo Ottoman Palace, alle 17,30. 45€ il costo per la notte. Doccia veloce e via per la città che è veramente bella e vanta moschee affascinanti che solo Istanbul supera. Qui si trovano anche alcolici, cena squisita ed abbondante speso 27€.
Terza tappa 580km fino a Cuprija in Serbia. Voglio la stanza con la jacuzzi, tappo e istruzioni per l'uso. Alla dogana turca inciampiamo in una marea di tedeschi che tornano a casa. Guardiamo meglio. No! Non sono tedeschi, sono turchi che lavorano in Germania e probabilmente hanno finito le ferie. Tutti oggi? Che sfiga! Nonostante i loro macchinoni tedeschi hanno intasato le dogane e le strade bulgare. Morale della storia: arrivo a destinazione con due ore di ritardo. B&B play laguna, 33€, però la stanza con la jacuzzi è già occupata. Peccato. Cena a base di bisteccona, prosciutto e patate arrosto, 4 bottiglie di birra nera. 32€ e passa la paura.
Ultima tappa, il navigatore segna 983km all'arrivo e 9:30 ore di moto. Ne impiegheremo 10 di ore per le code alla dogana Serbia , Croazia. Alle 16:50 fine del viaggio, siamo a casa. Km totali percorsi 11.800, in 26 giorni.
Conclusioni
Sulle strade iraniane
Le strade sono belle, per il 90% a doppia corsia con belle curve larghe. C'è molto traffico di mezzi pesanti. Devo dire che, secondo me, gli iraniani guidano bene. Hanno una fretta del diavolo e se possono si infilano ovunque fregandosene della precedenza. È una questione di ritmo, se riesci a prenderlo è fatta, vai da dio. Se invece sei fuori ritmo è dura. Per far rallentare la velocità nei centri abitati e nei posti di controllo di polizia, hanno messo dei micidiali dossi che se non li fai a passo d'uomo ci lasci le ruote.
Gli alberghi
Ce ne sono per tutti i gusti e tasche, dallo squallore assoluto a belle camere con arredi orientali. I prezzi sono lievitati rispetto a quelli riportati da Massimo66 nel suo diario (dueinmoto.it). Io non ho mai prenotato e ho trovato difficoltà solo a Kermanshan. Non tutti hanno il garage ma trovano sempre una soluzione. Soltanto in due alberghi abbiamo trovato bagni alla turca senza carta igienica. Negli alberghi economici la colazione è veramente ridicola.
I ristoranti
Abbiamo mangiato sempre bene sia in quelli consigliati dalla guida che in quelli occasionali. Pagato sempre veramente poco rispetto a quanto e come abbiamo mangiato. Si oscilla dai 12€ ai 30€ in due. Le sale da tè poi sono veramente belle e ricche di atmosfera.
Ringraziamenti
In primis: a Riccardo, team manager della BonamiciRacing, per le fantastiche pedane da riposo create appositamente per la mia tenerona. Nonostante giornate con 12 ore di moto, mai un problema alle gambe.
A Massimo, che, con Sabrina, è stato in Iran nel 2014 e, da grande mototurista qual'è, mi ha fornito informazioni, indicazioni e consigli che ogni volta che ho disatteso mi sono pentito.
Ai forumisti di XT1200Z, Alex per i collettori, Nonno per l'idea delle pedane e del deflettore aria radiatore, Leo che è ritornato dall'Iran pochi giorni prima che io partissi e tutti gli altri che hanno inteso contribuire con i loro consigli alla riuscita di questo viaggio.